




“Ciao a tutti, mi chiamo Paolo, sono di Trani (PUGLIA), e sono un istruttore dell’IBFF dal 2016. Quella che vi sto per raccontare è la mia esperienza in questo fantastico mondo che ha vissuto momenti difficili e momenti di grande soddisfazione e crescita professionale.Andiamo con ordine.
Il mio primo contatto con la federazione è avvenuto quasi per caso. Nel 2015 mi trovavo in palestra, in sala attrezzi e un mio amico mi disse: “perché non vieni a provare questa attività, si tirano pugni e calci al sacco”. Io accettai.
E’ stato amore a prima vista! Ho frequentato il corso per un anno da allievo, fino alla fatidica proposta della mia istruttrice di prendere il brevetto. Lì ho avuto il mio primo vero contatto con la federazione che mi ha permesso di toccare con mano tutto quello che c’è “dietro le quinte” di una lezione ed è riuscita a trasmettermi, soprattutto grazie alla gentilezza, la professionalità di Vincenzo, quella passione che mi ha spinto a non mollare.
Preso il brevetto nel 2016, ero certo che la struttura dove mi allenavo da allievo, mi avesse permesso di iniziare con loro un nuovo percorso, considerando che avrei potuto affiancare la mia istruttrice in modo tale da alleggerirle la mole di lavoro e io, al tempo stesso, acquisire un po’ di pratica: beh, cari lettori, non fu così! Per il nuovo istruttore non c’era spazio nella struttura e avrei potuto continuare a praticare la GroupBoxing solo da allievo. Dopo un breve periodo di limbo,sentivo che volevo fare l’istruttore, dovevo trovare un posto che mi permettesse di mettere in pratica quello che avevo imparato, così me ne andai.
Passò un po’ di tempo, qualche mese circa, passato a girovagare per le palestre della mia città proponendo il format, spiegando che era sicuramente diverso da quello che impropriamente chiamavano “FITBOXE”, ma niente, con le scuse più disparate (mi hanno persino detto che il rumore dei sacchi dava fastidio ai condomini del palazzo), mi liquidavano dicendo: “no grazie”. Stavo per “lanciare l’asciugamano”.
Una mattina di fine estate, mi contattò un istruttore-amico di un’altra attività, dicendomi che nella palestra in cui allenava stavano pensando di ampliare i corsi collettivi, che avevano già i sacconi (il vecchio istruttore li aveva abbandonati) e che dovevo farmi avanti. Gioia a mille!
Un pomeriggio di agosto 2018 eccoci qui, seduti a tavolino a programmare la nuova sessione delle attività con il titolare della palestra e gli altri membri dello staff.
Bene, sulla programmazione eravamo tutti d’accordo: 3 volte a settimana, giorni dispari, fascia oraria dalle 20:00 alle 21:00; bello direte voi, si d’accordissimo, ma chi aveva mai fatto lezione!
Programmammo una giornata di open day, io preparai le mie due combinazioni (al pensiero di quello che vi sto per dire, mi viene da ridere mentre lo scrivo), pubblicai un paio di storie sui social: era tutto pronto.
Il pomeriggio l’ansia mi assalì, per sicurezza “provai” le due combinazioni a casa con la musica cercando di focalizzare i master beat e i comandi da dare ai miei futuri allievi (lol).
Arrivò il fatidico giorno, fissammo l’incontro libero per la giornata di Venerdì in modo tale da far partire il corso il lunedì successivo.
Agitatissimo, quasi obbligai un mio caro amico di venire a provare la lezione, per avere un volto rassicurante vicino. Niente, quel giorno all’open day si presentarono 2, e dico 2 ragazze! Facemmo lezione in 3 persone. Per dovere di cronaca, la lezione fu quasi pessima (lol), master beat saltati, comandi dati male, combinazioni complicate solo per il gusto di far sembrare “impegnativa” l’attività che stavo proponendo loro.
Il mio amico, ahimè quasi per compassione, mi confermò la sua presenza, sottoscrivendo il tesserino, le altre due ragazze non le ho più viste!
Dato lo scarso numero, il corso non partì immediatamente, decidemmo di aspettare tempi migliori, promuovendo l’attività sui social e aspettando che qualcuno si facesse avanti; ero molto demoralizzato.
Finalmente, verso novembre altre due persone si unirono al gruppo, preparai meglio la lezione, combinazioni più semplici ma che, come si dice dalle mie parti, “davano di poco”.
Per fortuna, e ci tengo a precisare che in questa fase embrionale del progetto si trattava di fortuna, le nuove persone che avevano fatto la lezione prova, sottoscrissero il tesserino; il corso poteva partire!
Il primo anno (2018/2019) fu caratterizzato dalla presenza di pochissime persone a lezione, per concludersi con 4 allievi a fine anno.
Questa storia, fatta di momenti deludenti, ha avuto un punto di svolta nella nuova stagione. Inizia la sessione 2019/2020 e le cose cambiano radicalmente! Confermati lo zoccolo duro del precedente anno, la nuova sessione si apre con diverse iscrizioni, la classe crebbe, e procedemmo a vele spiegate.
La classe continuò a crescere, otto, poi dieci, quattordici, arriviamo a formare una classe di 24 persone. Sopraggiunse un problema, paradossale fino all’anno precedente: occorrevano i sacconi.
Nell’atrio della palestra c’erano dei sacconi lasciati in disuso per mancanza di spazio all’interno della sala, decisi di dare loro nuova vita. Organizzai una giornata di lavoro, obiettivo: ripristinare 5 sacchi. Un plotone d’assalto, io e 4 miei allievi, che entrati nel mood dell’attività, avevano deciso di aiutarmi senza ricevere nulla in cambio (ancora oggi vi ringrazio!).
Sacchi messi a nuovo, ho vissuto i mesi più belli di questa attività: classe numerosa, coesa, che si muoveva quasi all’unisono, presenza costante a lezione di un numero di persone che non mi sarei mai potuto immaginare fino a soli 6 mesi prima!
Poi un brutto giorno di marzo (retorica quasi romanistica), arrivò la comunicazione: “a partire dal giorno 09 marzo, sono sospese tutte le attività […]” , beh, il resto lo sapete.
Volutamente nel mio racconto non voglio soffermarmi più di tanto sul quel brutto periodo, ci tengo a dire che io e i miei ragazzi non abbiamo mai mollato, o meglio ci abbiamo provato. Abbiamo iniziato lezioni on-line che per problemi di audio, video, organizzazione, insomma, un po’ di tutto, diventò insostenibile. Ci demmo appuntamento a maggio, alla fine di quella parentesi nera. Il risultato fu magico!
Dalle tre ore settimanali, arrivai ad inserirne otto, per permettere a tutti di accedere alla struttura, con sacconi separati l’uno dall’antro, in uno spazio dove potevano rientrare otre 20 persone, decidemmo io ed Alessandro (sempre il titolare), di far allenare massimo 6 persone per volta.
I ragazzi accolsero di buon grado la situazione pur di tornare a praticare quell’attività che aveva rapito loro il cuore!
Finito anche il secondo anno, dove l’attività si sviluppò in modo incredibile, decisi di ampliare il mio curriculum e di prendere anche il brevetto di GroupSparring. Purtroppo ad oggi non ho avuto ancora modo di fare la mia prima lezione con gli strike.
Concludendo, penso che l’impegno, la costanza, la dedizione e il sacrificio, ti portano certamente a dei risultati. Sembra una frase scontata ma non lo è; purtroppo ad oggi la stragrande maggioranza delle persone si aspetta tutto e subito, ma non è così.
Devi impegnarti ed essere competitivo e la mia, perché la sento mia, federazione ha tutti gli strumenti per aiutarti a raggiungere questo tipo di obiettivo.
Io penso che “non passerà questa giornata se smetti di correre”, quindi corri, corri perché i traguardi sono dietro l’angolo!
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